Cosa succede quando durante un’immersione in apnea capita di avere un blackout* ?
E’ un viaggio mentale senza tempo, uno scorrere casuale di pensieri, di suoni, di immagini.
Il corpo tende a fermarsi fino all’immobilità.
Una porta che si apre verso l’ignoto, il profondo, il nulla, il buio, il nero assoluto, la fine… 
Forse è tutto questo e altro; è la dimostrazione della relatività del tempo e dello spazio, l’occasione per provare l’esistenza del punto di ritorno alla normalità se presi in tempo, o la scoperta di un nuovo mondo di anime con l’impossibilità di raccontarlo ai vivi.

 


 

Le ombre proiettate sul muro generate dal simbolo della vita cioè la luce solare, oltre a richiamare la tastiera bianca e nera del pianoforte, ricordano le sbarre di una prigione, quella che ci appartiene dalla nascita, cioè la limitatezza fisica del  corpo dove l’anima resta relegata per tutta la nostra esistenza terrena e si libera soltanto nei momenti di creatività o attraverso la morte.
Ma è nell’acqua che il corpo riesce a guadagnarsi una frazione di libertà, un assaggio di quella che era la sua essenza prima della nascita e che raggiungerà nei momenti di blackout (forse).

 

ps: articolo scritto in un momento di narcosi d’azoto

 

*Attraverso il black-out, il cervello scollega tutte le funzioni tranne quelle vitali nel tentativo di risparmiare ossigeno per le proprie cellule nervose.  Il blackout si caratterizza per lo stato di totale incoscienza associato ad irrigidimento muscolare.
Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/apnea-subacque-rischi-pericoli1.html

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