Il 21 novembre 2019 esce in tutto l’Universo il film “Spirits in the forest” prodotto dai Depeche Mode.
Non è un film che racconta la storia del gruppo, anche perché sarebbe analoga a tante altre: i ragazzini che tentano la fortuna con le canzoni, il successo che arriva, i soldi, la fama, la droga, l’eroina, le crisi esistenziali, il tentativo di suicidio e la redenzione finale del frontman per opera di una donna.
In questo film i DM  sono visti con gli occhi di alcuni dei loro fans e precisamente 6 che sono stati prescelti tra i 365 prelevati e postizzati su FB nel 2017. Tra quei 365 c’era anche Freediving Dancer che però non è stata scelta dal regista Anton Corbijn per far parte del cast del film (un altro mancato Oscar!).
Il film ha avuto un gran successo se non altro perché di DM hanno molti fans in tutto  il mondo, ma a guardarlo bene è una storia carina con qualche errore di montaggio e scene ridondanti.
La regia e la fotografia sono ottime, nascondono in una luce soffusa o in un’oscurità enigmatica i volti di questi ragazzi non attori che raccontano come la musica dei DM abbia influito sulla loro esistenza.
Si parla di malattie, di separazioni, di gender, di bambini… tutti argomenti dall’attrattiva sicura, argomenti che mettono in risalto come la musica dei DM, e mi si lasci precisare che comunque il discorso vale per tutta la musica in generale, abbia sortito effetti terapeutici sui 6 fans prescelti. Terapia che ha avuto più spazio rispetto alla creatività.
Qualche fan in sala ha ammesso di aver pianto durante la visione del film .
Più denso di argomenti di carattere creativo ma anche politico è un documentario sempre sui DM “Our hobby is DM“girato nel 2007 (non prodotto dai DM e quindi a basso budget) da un regista non molto conosciuto che l’ha reso visibile proprio quest’anno poco prima dell’uscita del film. Questo video raccoglie testimonianze spontanee di alcuni fans dei DM in contesti politici diversi che si sono evoluti a partire dagli anni ’80 a seguito della caduta del muro di Berlino. Un documentario a mio avviso più impegnato rispetto al film e anche più interessante dove non mancano momenti di divertimento e ironia.

Dopo aver visto il film “Spirits in the forest” anche Freediving Dancer ha pensato di farsi un film sull’influenza creativa che ha avuto la musica dei DM su di sé.
Così è nato “Spirits in the water” che se a un italiano può venire in mente qualcosa legato al WC, in realtà è tutt’altro, qui di aria proprio non ce n’è.
L’evoluzione creativa di una mente stimolata dalle frequenze delle canzoni dei DM conduce lo spettatore verso la materializzazione di opere d’arte originali che pare siano raccontate dallo stesso frontman Dave Gahan nella canzone In your room alla fine del docuvideo.
Un particolare che certo non passa inosservato ai più sfegatati fans è il rewind della scena dell’auto che richiama il video clip della canzone che la protagonista sta ascoltando mentre guida.

Un docuvideo da vedere e da far vedere ai DM i quali probabilmente non capiranno una parola per via dello spiccato accento della bassa Padana della speaker fuori campo la cui lingua alcune volte si era arrotolata in bocca nel tentativo di dare una cadenza americana alla narrazione.
Video girato con action cam e cellulare. Immagini esterne e subacquee girate da Freediving Dancer quando non è la protagonista. In pratica è un selfiementario .

Alcuni riferimenti per chi volesse approfondire:

Percezioni subacquee il libro

Depeche Mode Dance Tribute il dance-film