Settembre 2019: una calda e soleggiata mattina di fine estate è l’ideale per fare un foto/video shooting alla piscina Y-40 che si presenta desolata. Forse molte persone sono ancora in vacanza, forse non sono iniziati i corsi mattutini per bambini, mamme, signore, ragazze…. sta di fatto che il sole a quest’ora rende i piastrellati fondali della piscina più luminosi del solito.
Alex arriva con l’attrezzatura da fotografo: cioè una macchina fotografica .
Freediving Dancer arriva con l’attrezzatura da modella: cioè tanti vestiti che vengono rigorosamente disinfettati sotto la preventiva doccia viola dove ogni batterio presente o muore o si deve comprare degli occhiali da sole anti-UV e sinceramente non si sono mai visti batteri microscopici indossare occhiali da sole soprattutto anti-UV, per cui se ne deduce che sono tutti deceduti durante una piacevole doccia termale.
L’idea è quella di improvvisare, ma influenzata dalla recente visione del film “Zabrinskie Point” del concittadino Michelangelo Antonioni, Freediving Dancer decide di riproporre la scena finale, quella dell’esplosione dell’edificio. Sia chiaro non si vuole fare esplodere la piscina, ma simulare l’espansione dei vestiti verso l’esterno causata dalla spinta propulsiva di una serie di reazioni chimiche che destabilizzano gli atomi interessati i quali cedono energia ai vestiti facendoli spostare dalla loro posizione iniziale in un moto uniformemente accelerato tendente all’esterno, cioè una sorta di micro-Big Bang riprodotto in laboratorio sott’acqua per evitarne gli effetti devastanti. A tal proposito si potrebbe introdurre la teoria delle stringhe ma è meglio evitare lungaggini e iniziare il foto/video shooting.
Mentre Alex si scalda nell’acqua termale, Freediving Dancer è seduta a bordo vasca e indossa una vestaglia vintage anni ’70 originale con piume d’oca finte sul collo, giusto per essere in linea con l’epoca di “Zabrinskie Point”. Ma ecco che all’improvviso viene interrotta nel suo momento meditativo da un famoso apneista italiano, tal Umberto Pelizzari (detto Pelo) che le confida di trovarsi lì in incognito con amici e di aspettare con trepidazione il momento della mangiata collettiva post-allenamento. Tale scoop avrebbe sconvolto la meditazione creativa di Freediving Dancer la quale però resta concentrata sulla difficile performance da eseguire: scendere e salire trattenendo il fiato.
Dopo varie discese e risalite con vestiti disinfettati alla deriva, finalmente la performance è eseguita: c’è un nuovo “Zabrinskie Point” subacqueo e senza esplosioni!
Grazie ad Alex che ha immortalato questo difficile esperimento sub-nucleare con immagini e video che entreranno nei laboratori del CERN di Ginevra come prova dell’avvenuta riproduzione del Big-Bang sott’acqua; una copia del video sarà inoltre conservata negli archivi cinematografici di Hollywood per sempre.
Grazie a Pelizzari che ha messo a dura prova la stabilità mentale di Freediving Dancer che in questo modo ha potuto rafforzare la propria capacità di improvvisazione in ambiente contaminato da fattori esterni ma non da batteri.

 

 

 

 

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