La prima volta che misi pinne alle Maldive fu tanto tanto tempo fa. All’epoca respiravo con le bombole e a malapena riuscivo ad avere un buon assetto.
Neo-brevettata subacquea ho combattuto contro forti correnti marine che tentavano di togliermi l’erogatore dalla bocca. A quell’epoca mi rimase impressa la bellezza dei fondali marini e la vita presente.
Tornata nello stesso mare stavolta sono scesa giù senza erogatore così nessuno avrebbe potuto togliermelo (Freediving Dancer è un genio!)  🙂
Anche questa volta, a distanza di anni, lo stupore marino ha preso il sopravvento ma per diverse motivazioni: l’assenza di coralli dai colori vivaci e le discariche a cielo aperto presenti sulle isole.
La danza non si è fermata davanti a questo nuovo scenario tendente all’apocalittico, ma Freediving Dancer è emersa dall’acqua per testimoniare con immagini  quanto l’uomo continui a distruggere ciò che è stato creato per la sua sopravvivenza.

Grazie al maldiviano Riz per aver danzato con me a profondità da lui mai raggiunte confermando così come la danza sia universale e l’acqua la renda ancora più fluida…

 

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