Dopo la fantastica serata alla ricerca di Tony Hadley descritta nel precedente post, Freediving Dancer ha voluto di nuovo omaggiare il cantante e gli Spandau Ballet con una interpretazione apneistica della canzone “To cut a long story short”.
La versione originale di tale canzone uscì nel 1980 in uno stile che vedeva come protagonista in quegli anni il sintetizzatore, quindi uno stile molto elettronico.
Il testo scritto da Gary Kemp fa riferimento a un veterano della guerra del Vietnam rimasto fuori di testa e che ancora si chiede il motivo della sua partecipazione coercitiva alla guerra. Il titolo ispirò un membro dei Depeche Mode per la canzone “I just can’t get enough” (W i Depeche che sono ovunque!).
Dopo varie vicissitudini legali gli Spands nel 2009 hanno riesumato i loro vecchi successi dandone un’armoniosità meno elettronica e più romantica. La versione di “To cut a long story short” usata per questo video è tratta proprio dall’album “Once more” del 2009.
Ora, chi osserva la clip percepisce l’angoscia di un soldato che è al fronte, che è fuori di testa e che pensa alla sua fidanzata la quale gli concede sì un ultimo ballo sottosopra, ma sotto sotto ha già in mente di spassarsela con altre persone (vedi scena dell’ uomo mascherato che le passa di fianco mentre lei danzando con il fidanzato si gira a guardarlo senza che questo se ne accorga) .
Alla fine la fidanzatina d’America si diverte un mondo con le amiche, si sente libera e si dimentica del fidanzato che resta fuori come un balcone.
E’ una storia triste bene interpretata dalle apneiste che non conoscevano il senso della narrazione di questo video fino a che non l’hanno visto.