Aprile, primavera, uccellini che cinguettano, fiori che sbocciano e il ciliegio giapponese colpisce le retine oculari con il suo splendido colore rosa.
Alla nuova danzatrice di Freediving Dancer, Romy, questo rosa deve averle fatto venire in mente una splendida sonata giapponese famosa per la sua melodia ricorrente: “Forbidden Colours” di Ryuichi Sakamoto. Mi dice: “Mi piace questo motivo; andiamo domani alla Y40 a danzare?”. Non fa in tempo a finire la frase che già prima di chiudere le virgolette della domanda ho preparato il borsone per l’apnea.
Ascolto quel motivetto tutta la notte in modo tale che il mio cervello creativo si metta al lavoro durante il sonno.
L’indomani ho già le idee pronte per qualche nuovo esperimento coreografico.
Io e Romy siamo fortunate ad incontrare un’apneista solitaria, Heidi, che senza le sue caprette si presta a farci da camerawoman per alcune riprese.
Tra un subacqueo e l’altro, tra una capocciata su bombole e muri, anche questa volta io e Romy ce la siamo cavata senza affogare. E nei momenti di stasi creativa mi sono immedesimata nel maestro Sakamoto suonando la sua melodia al pianoforte invisibile e piastrellato della Y-40 a una profondità di 7 mt: a mia insaputa decine e decine di subacquei erano lì ad ascoltarmi e ad applaudirmi (la narcosi d’azoto permette una visione oltre i confini della realtà…).

Grazie a Romy e ad Heidi per la loro disponibilità: il video è un capolavoro che in poche ore ha già avuto milioni e trilioni di visualizzazioni casuali in tutto il mondo! Sakamoto ne sarà felice 🙂  (già perché nel suo titolo “Forbidden Colours” intendeva dire che sott’acqua il rosso non si vede se non è bene illuminato e la cuffia fucsia che ho indossato durante la performance ne è la prova).


 

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